sabato 23 dicembre 2006

Te piace 'o presepe?


A casa mia si è fatto sempre l’albero! Mia madre, barocca nell’animo, lo addobba sfidando qualsiasi legge del buon gusto e canone estetico. A casa dei miei amici gli alberi di natale hanno solo palline dorate o campanellini di vetro o dei semplici fiocchi rossi. Da me l’albero di natale diventa una metropoli, un microcosmo di eventi e personaggi con storie che si intrecciano al pari della peggior sceneggiatura di Beautiful.
Andiamo per ordine:
Il puntale: mia madre ogni 2 anni ne compra uno. Il risultato? Siccome gli altri non vanno sprecati vengono inseriti tutti sui rami più alti con un effetto cactus spaziale anni 70 molto trash. Il nuovo arrivato è una renna sorridente, non capisco cosa abbia da ridere con un ramo di pino su per il colon.
Le luci: lucine ad intermittenza (ogni 10, 8 fulminate), candele, stelline, led. A casa teniamo le tapparelle abbassate per paura che un boeing scambi il nostro salone per Punta Raisi.
Le palle: sono come i fiocchi di neve, non ne esistono due uguali.
Ed inoltre: il pinocchio di legno scalatore, la coppia di pettirossi con piume vere, il Babbo Natale boscaiolo, la bomboniera in porcellana del battesimo di mia cugina, un piccolo sassofono e perline colorate … un fottìo di perline colorate.
“Hai visto l’albero quest’anno che è venuto bello?”
“Mamma ma non potevamo fare il presepe per cambiare?”

“Che ti metti a fare queste cose strane …”
Per quanto sui generis sia il nostro albero di Natale, effettivamente mia madre non ha tutti i torti. Si è iniziato negli anni ’80 inserendo Maradona vestito da pastorello, per poi introdurre Totò e Troisi, Bossi e Berlusconi, Moana Pozzi e quest’anno persino i pacs.
E pensare che da piccolo, già nel presepe canonico, pensavo ci fosse un grande intruso: u’ scantato du presepe. Perché dite quello che volete ma nessuno mi toglie dalla testa che quel pastorello con la bocca spalancata ha la residenza a Palermo, quartiere Montegrappa. Lo scanto è una peculiarità innata del palermitano. Dai Greci c’è rimasto il termine ‘ntamato dal verbo thaumazo = meravigliarsi, dagli Arabi allallato = colui che ha visto Allah. Ogni popolo ha coniato un termine per descrivere il nostro scanto da stupore.
Qualsiasi evento, infatti, piccolo o grande che sia, purché straordinario, blocca il palermitano in un’espressione di meraviglia che si concretizza in un “biiiii ma che sta succedendo?”.
Un incidente in viale Lazio; Il rifacimento delle condutture; Una lite a casa dei vicini del piano di sopra; il palermitano si ferma, lascia tutto in asso e guarda e ascolta.
Figuriamoci se di fronte alla nascita di nostro Signore, un palermitano non faceva lo scantato per duemila anni.
Colonna sonora: I'll be home for Christmas (Diana Krall)

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Figuriamoci se non era così!
Albero o presepe? Ma perchè, una volta tanto che si può non scegliere, evitando drammi interiori lancinanti: bionda o bruna, bagno o doccia, cono o coppetta, non ce lo prendiamo questo diritto?
Albero, sempre diverso, e capanna entrata in casa dal 1924 e mai spodestata.
Buon Natale Bulgakov, e insieme faciamo propositi di bontà nei blog e meno casini e vittime sacrificali in giro!!! Ce la faremo??? o ci becchiamo il carbone alla befana??? Però sai ... in fondo il carbone fa fuoco e... a me il fuoco piace!!!

Bulgakov ha detto...

Perchè scegliere albi? Perchè piace il bianco o il nero, il grigio è dozzinale. E se ci piace più la befana di babbo natale siamo disposti a correre il rischio di trovare nella calza solo carbone. Buon Natale albi

Bulgakov ha detto...

A tutti coloro che banchettano alla mia tavola, a tutti gli avventori della mia umile locanda, a tutti quelli che si avvicineranno alla mia mensa, il vostro ospite augura un sereno Natale ed un dolce 2007. Brindate amici miei a questo anno passato ed alle gioie, che ci riserverà il nostro futuro.

Anonimo ha detto...

Buone feste!! :)))