giovedì 11 gennaio 2007

Umori panormitani


Come esprime il Palermitano i propri sentimenti? Se si parla di affetto non c’è dubbio, ormai è istituzionale, fa parte dello Statuto Regionale: una bella vasata e chi s’è visto s’è visto.
Ma in generale? Beh i sentimenti più profondi, forse perché “viscerali” vengono espressi per umori e secrezioni.
“Sangu mio, che è bello!”, il bimbo appena nato, ù nutrico, agli occhi della mamma diventa sangue … si lo so ha un ché di biblico ma quando si parla di picciriddi il Palermitano non ha misure.
A casa mia c’è una vecchia stadera con due pesi taroccati, uno serve per comprare e l’altro per vendere, ecco il palermitano se deve vendere agli altri i propri figli usa il peso per comprare, anche se ci rimette di sacchetta sinni futte.
Mi è capitato da piccolo di assistere ad un funerale con tanto di prèfiche che disperandosi urlavano:
“Comu aiu a fare io? Ciato mio”
Il de cuius diventa fiato, puro spirito, anche qui a riferimenti di natura religiosa non si babbìa.
Ma l’espressione massima del sentimento viene raggiunta attraverso le lacrime. Strumento infame. Con le lacrime il palermitano ci fa di tutto.
Il disoccupato che non trova lavoro, chiance miseria
Il disfattista per prendere le distanze da una situazione difficile sbotta con un “ciance ciance ciance i guai di cu sù, s’i chianci” (chiacchiere chiacchiere chiacchiere i guai di chi sono se li piange)
Mia madre, novella Medea, usava le lacrime per farmi venire i sensi di colpa: “Bravo torna a mezzanotte, che se ti succede qualcosa a me restano solo gli occhi per piangere”.
Euripide ammucciati.

Colonna sonora: Frasi da dimenticare (Daniele Silvestri)

7 commenti:

Anonimo ha detto...

La mia di mamma, invece usava il vil denaro. "Non ti do più una lira".
Grazie per i sottotitoli e per aver compreso che il tuo blog, con o senza ponte, varca i confini isolani!!!

Bulgakov ha detto...

Beh se manca il ponte le parole sono libere di volare come uccelli

Anonimo ha detto...

Si vede che tua madre credeva che dopo la mezzanotte ti trasformassi un una zucca...
La favola di Cenerentola, non a caso, è la mia preferita!!
Lì, nonostante lo "spargimento" di lacrime, finisce tutto bene...

Bulgakov ha detto...

In genere, superata la mezzanotte, era lei a trasformarsi: da madre amorevole in belva feroce. Per questo era meglio farsi trovare sotto le coperte, altrimenti altro che lacrime

Paolo Maselli ha detto...

Sono qua!Troppooo bello questo post, stavo per dire duci.

Anonimo ha detto...

Tanto per rimanere in tema (nel mio tema ;) ) è bellissimo quando si dice "mi sto lanzando" (vomito) o "mi sta acchianando il lanzo" (sto per vomitare - perifrastica attiva)davanti ad una situazione particolarmente mielosa o "duci" che dir si voglia.Recentemente mia nonna, con la saggezza dei suoi 95 anni, all'annuncio di una nuova nascita in famiglia si è così espressa "ora accumincia n'avutru lanzu" riferendosi, immagino, non ai rigurgiti dell'infante ma a quelli degli adulti in visibilio!

Bulgakov ha detto...

Daniela per favore no ... con le "duci" & affini ho già dato ... ed al solo pensiero mi sento ancora "muro muro cu ù spidale" ... Stanton effettivamente anche quelli sono umori ed a volte una "duci" non la digerisci manco con la biochetasi