martedì 19 giugno 2007

Estate


“Non mi guardare chè devo fare una cosa …”
A questa frase seguiva sempre un sorriso: era un invito ad osservare con attenzione quello che faceva.
Le mani afferravano quattro bustine di zucchero, che straripavano tra le dita come un pugno di caramelle tra le mani di un bambino.
E’ incredibile come la schiuma di un cappuccino ben fatto riesca a tollerare il peso di ben quattro bustine di zucchero.
Centinaia di granelli in sospensione su migliaia di piccole bolle.
Frammenti di cristallo su vele di vetro.
Ogni granello ormai ambrato, sembrava sabbia. La stessa sabbia che fino a qualche ora prima disturbava i nostri baci.
Un ferragosto senza falò.
Una maglia ceduta.
Un abbraccio prolungato per dimenticare l’umidità della notte.
Tutto sospeso in migliaia di bolle.
“Ora che fai?”
“Mi mangio la schiuma!”

Colonna sonora: Passerà (C'è quel che c'è)

4 commenti:

Anonimo ha detto...

che romanticismo in queste parole.. quasi mi viene nostalgia di cose tenere..

SCRI...... ha detto...

E poi sono io quella che beve!

Rossana ha detto...

reminiscenze dello scorso ferragosto? dai che ne sta arrivando un altro

Bulgakov ha detto...

Reminescenze temporalmente generiche ...