C’era un tempo in cui l’educazione si impartiva con una frase, a volte con un semplice sguardo. C’era un tempo in cui chi educava sentiva il dovere ed il piacere di farlo. Non esistevano trattati di psicologia infantile né riviste per le mamme da comprare in edicola “solo per oggi ad un euro”. L’educazione poteva essere appresa in due modi: cogliendo al volo un’ occhiata di rimprovero o, in alternativa, cogliendo in faccia una bella timpulata.
Erano gli stessi anni in cui il farmacista preparava da solo le medicine per i suoi pazienti. Grossi vasi di vetro o ceramica conservavano le basi per preparazioni in cui l’arte di Ippocrate strizzava l’occhio all’alchimia.
“Dottore c’è mio figlio qui che si sente male?”
“Che cosa ti senti?”
“Miiii dottò chi mi sientu male, sudo freddo, mi fa male la gola, chi mi sientu male”
“Niente, un po’ di influenza, ti do queste pillole, prendine mezza la mattina e mezza la sera per tre giorni e vedi che ti passa tutto”
“E non me ne posso prendere tre tutte assieme? Non è lo stesso?”
“Sì gioia mia … un fissa in meno”
C’era un tempo in cui si educava con una frase…
Colonna sonora: Un poco di zucchero (da Mary Poppins)
Erano gli stessi anni in cui il farmacista preparava da solo le medicine per i suoi pazienti. Grossi vasi di vetro o ceramica conservavano le basi per preparazioni in cui l’arte di Ippocrate strizzava l’occhio all’alchimia.
“Dottore c’è mio figlio qui che si sente male?”
“Che cosa ti senti?”
“Miiii dottò chi mi sientu male, sudo freddo, mi fa male la gola, chi mi sientu male”
“Niente, un po’ di influenza, ti do queste pillole, prendine mezza la mattina e mezza la sera per tre giorni e vedi che ti passa tutto”
“E non me ne posso prendere tre tutte assieme? Non è lo stesso?”
“Sì gioia mia … un fissa in meno”
C’era un tempo in cui si educava con una frase…
Colonna sonora: Un poco di zucchero (da Mary Poppins)
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