Ecco come si è svolto il fatto in base a quanto riportano le cronache. Soggiogata dal demone dello shopping, una signora di Ventimiglia una bella mattina che fa? Decide di andare in centro per negozi e zitta zitta cacchia cacchia si spende i suoi bei 30.000 euro.
Ora per quanto eclatante, il fatto in questione, non avrebbe avuto gli onori della cronaca se la suddetta signora non fosse sposata.
Perchè, se spendi 30.000 euro in una giornata di shopping, non puoi mica pretendere di tornare a casa piena di pacchi dicendo al marito, come nelle vignette della settimana enigmistica:”Tesoro, ho comprato due cosucce”.
No, non puoi proprio farlo, almeno non prima di esserti accertata che ci sia qualche lettino libero al Centro Traumatologico Ospedaliero locale.
Allora che si inventa la signora? Un bello scippo e non se ne parla più. Ovviamente al primo interrogatorio della polizia questa novella figlia di Collodi canta come Gigi D’Alessio al festival di CantaNapoli.
Bene, capisco che da quando c’è l’euro si è perso il valore del denaro … ma è immaginabile e credibile che una bugia del genere non venga a galla? Beh ovviamente no. Non a Ventimiglia.
Ma se lo avesse fatto la signora Rosalìa di Palermo?
Credo che in quel caso le probabilità di riuscita del diabolico piano sarebbero state sensibilmente più alte.
LA SCENA:
Se devi mettere in piedi una farsa, assicurati che ogni particolare sia al posto giusto. Occorre innanzitutto scegliere la location adatta. Mai un mercato popolare, lì è pressoché impossibile che avvengano scippi, ne risentirebbe la microeconomia locale. In Corso Vittorio Emanuele? no … lì si va a caccia solo di turisti. Via Roma? Perfetta!
E allora si alza il sipario. Una lieve scombinata alla messa in piega e “Ahhahhhahhhahhhaaaaaaaaaa”, parte uno sgrillo della signora Rosalìa, assordante come una sirena della polizia. Anzi, così simile ad una sirena, da fungere da richiamo amoroso per la volante più vicina. Ovviamente l’urlo ha anche lo scopo di attirare quanta più gente possibile per dare pathos alla scena; mai dimenticare le comparse.
COSA DIRE ALLA POLIZIA:
Qua la prima attrice deve recitare a soggetto. Deve riuscire a dire tutto senza dire niente:
“Che è successo? Che è successo? Mi chiede che è successo? Che fa non lo vede che è successo? Povera e pazza voglio moriiiiire! Mariiia quanti eraaano … niente se ne capiva ce ne era uno, che forse era solo lui, che coll’amico suo …. Ahaah signor lei stù petto ne sa parlare … tutti i piccioli … tutti i piccioli. Ma io lo so chi ci colpa … appena si fanno vedere di nuovo per chiedere il voto. Che poi uno guarda a terra ed è pieno di munnizza ….!”
LA SCENA MADRE:
Ultimo atto della farsa: come affrontare il coniuge inconsapevole? La signora Rosalìa conosce un solo modo: di petto.
“Questa è l’educazione che ti ha dato quella gran tappinara di tua madre! Mi stavano ammazzando, mi stavano ammazzando! Ma come si maaanda una femmina di casa sola a prendere i soldi alla posta? Come? Come?”
“Ma che c’è sangù, perché stai facendo così? Che ti è successo?”
“Che mi è successo? Che mentre lui si passa le mattinate a leggersi il giornale. A me per fregarmi quei quattro piccioli che avevamo alle poste … il cuore mi stavano facendo scattare, tutto ci hanno rubato …. Tuuuuutto”
“Amunì giò non fare così chè i soldi niente sono … anzi domani che è sabato ti accompagno io a fare la spesa, e magari ti compro pure un bello regalo, così ti dimentichi lo scanto …”
Colonna sonora: Sono stanca (Nicky Nicolai)
Ora per quanto eclatante, il fatto in questione, non avrebbe avuto gli onori della cronaca se la suddetta signora non fosse sposata.
Perchè, se spendi 30.000 euro in una giornata di shopping, non puoi mica pretendere di tornare a casa piena di pacchi dicendo al marito, come nelle vignette della settimana enigmistica:”Tesoro, ho comprato due cosucce”.
No, non puoi proprio farlo, almeno non prima di esserti accertata che ci sia qualche lettino libero al Centro Traumatologico Ospedaliero locale.
Allora che si inventa la signora? Un bello scippo e non se ne parla più. Ovviamente al primo interrogatorio della polizia questa novella figlia di Collodi canta come Gigi D’Alessio al festival di CantaNapoli.
Bene, capisco che da quando c’è l’euro si è perso il valore del denaro … ma è immaginabile e credibile che una bugia del genere non venga a galla? Beh ovviamente no. Non a Ventimiglia.
Ma se lo avesse fatto la signora Rosalìa di Palermo?
Credo che in quel caso le probabilità di riuscita del diabolico piano sarebbero state sensibilmente più alte.
LA SCENA:
Se devi mettere in piedi una farsa, assicurati che ogni particolare sia al posto giusto. Occorre innanzitutto scegliere la location adatta. Mai un mercato popolare, lì è pressoché impossibile che avvengano scippi, ne risentirebbe la microeconomia locale. In Corso Vittorio Emanuele? no … lì si va a caccia solo di turisti. Via Roma? Perfetta!
E allora si alza il sipario. Una lieve scombinata alla messa in piega e “Ahhahhhahhhahhhaaaaaaaaaa”, parte uno sgrillo della signora Rosalìa, assordante come una sirena della polizia. Anzi, così simile ad una sirena, da fungere da richiamo amoroso per la volante più vicina. Ovviamente l’urlo ha anche lo scopo di attirare quanta più gente possibile per dare pathos alla scena; mai dimenticare le comparse.
COSA DIRE ALLA POLIZIA:
Qua la prima attrice deve recitare a soggetto. Deve riuscire a dire tutto senza dire niente:
“Che è successo? Che è successo? Mi chiede che è successo? Che fa non lo vede che è successo? Povera e pazza voglio moriiiiire! Mariiia quanti eraaano … niente se ne capiva ce ne era uno, che forse era solo lui, che coll’amico suo …. Ahaah signor lei stù petto ne sa parlare … tutti i piccioli … tutti i piccioli. Ma io lo so chi ci colpa … appena si fanno vedere di nuovo per chiedere il voto. Che poi uno guarda a terra ed è pieno di munnizza ….!”
LA SCENA MADRE:
Ultimo atto della farsa: come affrontare il coniuge inconsapevole? La signora Rosalìa conosce un solo modo: di petto.
“Questa è l’educazione che ti ha dato quella gran tappinara di tua madre! Mi stavano ammazzando, mi stavano ammazzando! Ma come si maaanda una femmina di casa sola a prendere i soldi alla posta? Come? Come?”
“Ma che c’è sangù, perché stai facendo così? Che ti è successo?”
“Che mi è successo? Che mentre lui si passa le mattinate a leggersi il giornale. A me per fregarmi quei quattro piccioli che avevamo alle poste … il cuore mi stavano facendo scattare, tutto ci hanno rubato …. Tuuuuutto”
“Amunì giò non fare così chè i soldi niente sono … anzi domani che è sabato ti accompagno io a fare la spesa, e magari ti compro pure un bello regalo, così ti dimentichi lo scanto …”
Colonna sonora: Sono stanca (Nicky Nicolai)
15 commenti:
Seee, mu vitti stu film (giusto per rimanere in tema) la signora Rosalia sta farsa la poteva fare per poche centinaia di euro no pi 30.000. Per 30.000 euro il marito diceva: T'ammazu io, ma no ca ti facisti futtiri 30.000 euro!
Perfettamente d'accordo giuggiù, devi ammettere però che a Palermo le probabilità di riuscita srebbero aumentate .... e poi ce ne sono mariti fissa...
30.000 euro? E che s'è comprata?!? Comunque, bella, come sempre, la rivistazione del fatto in chiave siciliana....
Concordo, la struttura del post merita un encomio!
Cosa si compra con 30.000? Un brillante!!!!!
Walter non ti nascondo che, scrivendo il post, anche io mi sono posto la tua stessa domanda. Credo che l'ipotesi di Scri del brillante è più attendibile della mia "arancina grande quanto tutto il teatro Massimo"
Ciao Mimmuzzo... ho scoperto di avere shakespire come compagno di banco alle elementari...chiddici!... Oltre a farti i complimenti, volevo segnalarti un libro di uno che pare che scrive come te...(soprattutto nella storiella di St.Peter)... Rembò di Davide Enia... ci facevano pure delle puntate su RadioDue... Sembra di sentire parlare di Davidù, Zio Serafino e Zia Pupidda...(personaggi del libro... A Pasqua poi ti offro un Cannolo quando scendo... o se preferisci un panino con Panelle e cazzilli da Nostra Signora del Cazzillo in piazza a Mondello!
P.S. Incredibile, ma penso di ricordare il tuo nuomero di casa... 3616... e il resto non lo metto per privacy... è questo?
Hasta la Vista! Vincenzo alias "Cammarata" come ci chiamavamo alle Medie... manco fossimo Onorevoli! Ciao! vincenzo.cammarata@hispeed.ch
Ciao Vicè a "casa mia" possiamo chattare liberamente ... Davidù è anche uno dei miei autori preferiti ... per panelle e cazzilli considerami arruolato, anche se vorrei introdurti nel mistico mondo di Franco ù Vastiddaru. Grazie per i complimenti ed ovviamente anche io ricordo il tuo numero, visto che quotidianamente ti scassavo la min..ia per sapere i compiti che avevamo per l'indomani. Ci sentiamo a Pasqua
Hola... Sì lo conosco Franco... è quello all'anglo Corso Vittorio con piazza marina giusto?
HOLA???? Ma in che cantone della Svizzera stai? Franco è proprio quello prenoto già le arancine
quando vi rivedrete, mi promettete di chiamare una con parrucca modello caschetto biondo, che sulle note di una dolce musica urla: "Vincenzo, dopo tot anni è quiiiiiii", e poi correte alla moviola l'uno verso l'altro e vi abbracciate e ci fate scappare pure un paio di lacrime che fanno ascolto!
Promesso Scri ... anzi ne ho già convocata una dal Molise
Io posso fare il pubblico piangente.
Però, seriamente, gli incontri così sono da vivere fino in fondo.
Figurarsi quando l'altro è una "lei"..
Certo, la cosa ha i suoi rischi..
Book.
Precisazione:scrivevo il post che l'ultimo era ancora quello di Scri.
troppo divertente, complimenti!
Cristiana
www.laqualunque.splinder.com
Benvenuta Cristiana un'altra amica rosaliana alla mia tavola
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