giovedì 5 gennaio 2012

Un sorriso per Margherita


Si chiamava Margherita.
Come il fiore.
Come la pizza.
Come la canzone.
Non è difficile immaginare una conversazione che non c'è mai stata.

- Perciò, professoressa, nel 2012 finisce il mondo?
-Tiè! Facciamo corna!
- Ma se lo immagina? Moriamo tutti e cosa resta? L'Eneide tradotta da Hannibal Caro!
- Ma lo sai che ho ancora tutti i tuoi disegni dell'Eneide conservati?
- Miiii negghie! Ma perché non ci fa un bel falò!

L'ultima volta l'ho incontrata qualche mese fa. L'ho chiamata una volta, poi un'altra ancora, poi una terza ed infine s'è girata.
- Mah, io sentivo Professoressa potevo immaginare mai che ce l'avevano con me?
Il primo giorno di ginnasio si presentò alla classe:
- Piacere, Margherita C., 18 ore a settimana.
Dicendolo tese la mano verso noi, come se tutta la classe dovesse stringerla.
Diciotto ore a settimana. Sono tante.
Ed in diciotto ore ne succedono di cose.
Succede che si studia geografia, con le ricette dell'India.
Succede che si difende la scelta del viaggio d'istruzione in Trentino con le parole del sommo vate: "... una terra promessa, un mondo diverso, dove crescere i nostri pensieri...".
Succede che "io butto sangue per voi!"
Succede che diventi un po' figlio.
Ho ripreso l'Eneide qualche sera fa. Ho aperto una pagina a caso. C'era il segno blu di una penna. La sua!

Io sarò teco ovunque andrai...

Chissà che fine faranno i miei disegni?





1 commento:

Alessandra ha detto...

Mimmo... la mano tesa verso di noi come se tutti dovessimo stringerla... me lo ricordo come se fosse ieri! Mi hai commossa. Ci ha commossi.