sabato 20 agosto 2011

La mia parola d'orrore



Lo sapeva benissimo che le parole possono uccidere.
E nel suo caso non era soltanto un modo di dire: era il suo dono.
Lo scoprì per caso, una sera d'estate, indicando il cielo, disse “fulmine”. In quel preciso istante una saetta incenerì Giulia, la sua migliore amica.
Quella deficiente alla festa di Claudio aveva un vestito identico al suo: che figuraccia!
Già Claudio, buono quello!
Come rideva per quel suo scherzaccio.
Aveva rubato il suo diario segreto e, fiero, leggeva le pagine più personali all’intera classe.
“Mannaia!” urlò e la sua testa abbandonò il collo, scivolando sul banco di quella pettegola di Eleonora. "Ridi adesso, se ti riesce!", pensò stizzita.
Io sono stato la sua ultima vittima.
Un delitto freddo e spietato.
Mi disse “addio”, spezzandomi irrimediabilmente il cuore.

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