martedì 1 novembre 2011

Acerbo come l'uva


Oggi ho visto una volpe.
In un contesto diverso dal solito. Non era sul collo di una bambolina ottuagenaria né spiaccicata sull’asfalto in autostrada presso lo svincolo di qualche paesino dell’entroterra siciliano.
Era al cimitero!
Ora si fosse trattato di un cimitero indiano, avrei subito pensato che si trattava di povero zio morto o del venerabile spirito del dio della carta igienica.
No era una volpe senza grosse pretese spirituali.
Era di fronte a me ed io l’ho vista. E fin qui niente di sconvolgente.
Il fatto è che… lei ha visto me.
Ora io sono cresciuto in una città, in cui guardare negli occhi qualcuno è la peggiore offesa che gli puoi fare.
È vastasarìa!
Per guardare negli occhi qualcuno questo come minimo ti deve aver fregato la ragazza o peggio il motorino.
È l’incipit dell’ “ora ce la discutiamo!”.
Il preludio del “che minchia cci talì?”
L’ouverture di una sinfonia di epiteti, rivolti ai rispettivi genitori.
La volpe era davanti a me.
Due metri sì e no.
Immobile.
Praticamente in posa.
Potevo scattarle una foto col telefonino, metterla su facebook e bearmi dei soliti quattro “mi piace” didascalici.
Ma lei mi guardava…
Ho voltato le spalle e me ne sono andato: sennò finiva male!

Colonna sonora: Occhi (Zucchero)

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Mi sà che vuoi farla passare per l'uva. E poi .. che taliata era? Se lei era LA volpe non può essere che s'era intrigata perchè tu sei un .. bel volpino?

Anonimo ha detto...

ah scusa, sono GOKU.

Bulgakov ha detto...

al massimo un Teomondo Scrofalo!

Giovanni Villino ha detto...

Che incontro...